Nel terzo millennio il problema dell'arte non si concentra sulla ricerca del bello né tantomeno nello scovare o svellere pulsioni, piuttosto che valori intrinseci. L'artista si concepisce come prassi nel tempo. Il tempo si pone come il presente da salvare. Ed è in questa utopia che si inserisce il filone di "Anima-li". Il senso del bello, come identico del giusto, trova in questa dimensione, identità con ciò di cui abbiamo costante scambio di energie. La proiezione umana ritrova nell'altro - o negli altri: i migliori amici dell'uomo - il luogo del suo ri-trovarsi. Ma proiettarsi, in virtù del mondo vivente che ci accompagna, consiste nella riviviscenza di quel che sostanzialmente intendiamo come vita. Non siamo solo essere. Siamo essenti. Ciascuno vive non solo nella certezza di sé ma anche nella consapevolezza della vita e di come lo stesso accada a chi accompagna. Ed è questa una condizione da celebrare, oltre che da preservare negli spazi di vita. Ma l'intervento dell'arte, in questa riflessione, non può limitarsi a raffigurare il presente storico di vite singole. Il conforto di convivere con altri esseri non può limitarsi ad esser semplicemente ritratto. Ha bisogno di uno sguardo riflessivo che lo congiunge col sentimento vitalistico che lo accompagna. Quindi l'uomo si proietta nel suo amico vivente e la vita spinge i due a proiettarsi come progetto esistenziale continuo. E il messaggio è che nei due poli - l'uomo e l'animale, gli animali - uno diviene nell'altro. "Nel divenire non c'è passato né passato né avvenire, neanche presente. Nel divenire si tratta piuttosto di involvere: il che non significa né regredire né progredire. Divenire significa divenire sempre più sobrio, sempre più semplice, divenire sempre più deserto e, attraverso ciò, popolato" (Deleuze). Allo stesso modo in cui Nietzsche ci ha insegnato che la tragedia nasce dalla musica, entrare in partecipazione con ciò che è autenticamente vita ci insegna che la vita è partecipazione, condivisione, compenetrazione con l'altro. E proprio quando manca l'elemento mediatorio per eccellenza, che è il linguaggio verbale e scritto, entrano in dinamica le pulsioni di cui la nostra esistenza effettivamente consiste. Entrare nella proiezione col mondo animale significa, quindi, dare vita a quel che deve rimaner vivo dentro di noi ed invece rischia di essere recesso. In tal senso è lo stesso per l'arte. La persona si riscopre non come riproduttore di significazioni precedentemente codificate, ma come eterno inventore di nuovi sensi.
Mostra Evento Anima-li

11/05/2018

Mostra Evento Anima-li

Anima-li: mostrarli per mostrarci. Di Angelo Nardi

La "ricerca dell'invisibile filo che tutto unisce ed un'arte al servizio dell'uomo" fanno di Monica Melani e della sua opera un integrale percorso di vita, comprensibile ai più in tappe successive, data la profondità dei risultati ai quali nel tempo è arrivata e la peculiarità inusuale della sua stessa ricerca, la pittura energetica Metodo MelAjna. La propria sensibilità si mette in azione durante le performances che attua con le persone rilevando nell'acqua memorie ancestrali e passati individuali, trasferiti sulla carta in veri "ritratti energetici".
Ritmi e Cromie delle Acque

11/04/2018

Ritmi e Cromie delle Acque

Le Ritmiche Cromie delle Acque - testo di Laura Turco Liveri

[...] Va notato che tra le persistenze linguistiche ereditate dal secolo passato quella dominante è proprio il linguaggio più rivoluzionario del '900, cioè l'Informale, acutamente definita "art autre" dal critico francese Michel Tapié. Qui, infatti, sono una ventina di pittori a praticarlo, naturalmente con inflessioni e declinazioni diverse,[...]. Come quella liquida di Monica Melani, ottenuta con il suo metodo melAjna, consistente nel far gocciolare colore su uno strato d'acqua [...].
Prospettive del Terzo Millennio - Rassegna d'Arte contemporanea 2017-18

01/02/2018

Prospettive del Terzo Millennio - Rassegna d'Arte contemporanea 2017-18

Una prima paradigmatica risposta di Giorgio Di Genova

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