22/10/2003
Storie di Erranti e di Amore...
personale presso il Tempio di Dioniso, Roma
La nostra esperienza associativa ha individuato, nella creazione di una rete di "strutture intermedie" da realizzarsi in ogni municipio, un obiettivo necessario per dare continuità e futuro al modello studi aperti; delle strutture nate per favorire, raccogliere e sostenere idee, da tradurre in progetti concreti , che creino cultura, ma anche indotto produttivo, sui vari territori, ed opportunità di lavoro per gli artisti.
Come?
Continuando ad attivarsi singolarmente o a livello associativo. Ma anche cominciando ad interagire, a confrontarsi, ad organizzarsi. Con la sicurezza che, l'appartenere ed il collaborare alla crescita ed al miglioramento di un "Movimento Aperto" che abbia come obiettivo comune quello di ridare dignità e ruolo sociale alla figura dell'artista e del suo operare, e quindi spazio nelle dinamiche sociali ed economiche, può portare vantaggi ed opportunità per tutti.
L'importante è crederci e partire; la frequentazione, il confronto, il lavorare insieme, stimolerà il sorgere di sempre nuove idee e progetti, creando continuità e trasformazione. Creare opportunità di evoluzione, a livello del singolo e delle proprie opere, ma anche di un gruppo, significa contribuire concretamente alla trasformazione del tessuto sociale e culturale preesistente, e quindi a cominciare ad essere interlocutore di interesse politico, e dei mass- media.
In sintesi, ritengo che il convegno stia dando indicazioni chiare in tal senso.
Le istanze, i bisogni che sono stati alla base della nascita dell'associazione Studiaperti, sono condivisi da molti artisti nonché dalle associazioni intervenute, nonostante che ognuno abbia, poi, scelto modalità e percorsi peculiari alla propria personale storia ed originalità.
Credo che la vera forza di ciò che è stato avviato sia in questo: il percorso va fatto insieme ma in modo che ognuno trovi spazio per esprimere ciò che più gli appartiene, operando affinché ciò si trasformi in bene collettivo.
Se riusciremo nell'intento, mantenendoci uniti e propositivi, potremo riuscire a dare quella continuità che alcuni critici evidenziano come il rischio, portando esempi di belle realtà, nate ed animate da buoni propositi, basati sull'entusiasmo di pochi, e poi fallite.
Quello che a mio avviso non andrà fatto, sarà quello di impegnarsi su un solo fronte, che potrebbe cambiare scenario improvvisamente, ma mantenersi attivi su molti fronti e progetti, riferendosi alle varie strutture municipali, favorendo la loro interazione, nonché la loro apertura verso altre realtà, istituzionali, cittadine, nazionali ed internazionali.
A tale proposito occorrerà pensare ad una struttura organizzativa in grado di sostenere il dinamismo e la complessità che contraddistingue gli intenti fin qui esposti.
La nostra "categoria" è ad una svolta: se vuole riconquistare spazio ed interesse si deve unire in un gruppo, ed in gruppo sostenere i progetti del singolo o delle singole associazioni.
Questo, a mio avviso, può dare futuro e il riconoscimento della storia al "Modello Studi Aperti".
Monica Melani
06/11/2002